Nell’area, piuttosto ampia, considerevoli resti integri delle mura di cinta, alcune centinaia di metri in totale. Queste, che si sviluppano per ca. 2500 metri, anche se non hanno mai svolto una vera e propria funzione difensiva, mostrano una fattura che denota perizia muraria e adeguata scelta di materiali, caratteristica specifica dell’edilizia romana. Sono evidenti in via Ancajani, nel sottostante orto in proprietà Marcucci (ca m. 80 di lunghezza, per un’altezza fino a m 6), così come nel giardino del convento di S. Apollinare (ca. 70 m di estensione) o a sud del Vescovado, a sinistra dell’ingresso di porta Mojano, dove sono servite da appoggio all’imponente palazzo sede della curia. Sono composte di blocchetti di dimensioni variabili di calcare rosa, sbozzato in cava, che non superano in fronte le misure di cm 30 x 50. La fattura dichiara l’intervento di maestranze etrusche, infatti analogie consistenti si riscontrano, materiale a parte, con le mura di Perugia.
Lo stesso dicasi per le decorazioni delle porte di accesso urbano, anche se ad Assisi, queste ultime, almeno quelle che restano, non presentano la stessa imponenza dell’”Arco etrusco” o di Augusto e della “Porta Marzia” di Perugia. Così per la porta urbica incorporata in palazzo Fiumi-Roncalli, in piazzetta Garibaldi, rimasta in situ da sempre. Maestosa, le misure sono oltre 4 metri di altezza con una luce verso l’esterno di cm 363 L’arco, con la decorazione della ghiera, è quasi tutto visibile e la lavorazione è elegante nella sua essenzialità.